domenica 26 aprile 2015

Don't cry because it's over, smile because it happened!

Cari lettori e lettrici,
non ho scuse: è praticamente un anno che non scrivo e mi dispiace. Tra l'altro riaprendo il blog, ho visto che c'era una bozza di un post che avevo cominciato a scrivere 9 giorni prima della mia partenza per l'Italia!! Gli ultimi due mesi negli States sono stati belli intesi e non avevo tanta voglia di scrivere e poi quando sono tornata passavano i giorni e non trovavo un senso nell'aggiornare il blog. Però, a me è sempre piaciuto mettere una fine ben definita alle cose. Quindi eccomi qua dopo mesi e mesi, a scrivere quel post che fungerà da gran finale.
Allora, ricapitolo velocemente le ultime settimane negli USA: ho finito di giocare a pallanuoto verso la fine di maggio, il 7 giugno c'è stato il prom (yeeee!) che è andato piuttosto bene, poi ho visitato un pò di cose a Seattle che non avevo ancora visto e poi gli ultimi due giorni di scuola sono stati un pò particolari perché stavano impacchettando tutto per portare i materiali vari nella nuova scuola. E poi c'è stata la partenza e lì beh è stata una mezza tragedia. Vi faccio vedere un pò di fotine degli ultimi momenti, prima di raccontarvi del rientro.

Ultima partita di palla nuoto 

Io e alcune ragazze del coro ad un parco divertimenti in Idaho, dopo che io ho provato per la prima volta ad andare sulle montagne russe (cool!)

Il mio armadietto gli ultimi giorni

Io col vestito del prom (se non si nota è blue navy!)

Io e il mio gruppo del prom! E' stato piuttosto divertente e sicuramente un'esperienza americana da provare!

Due dei famosi autobus gialli :D

At Ocean Shore con i tedeschi della mia area, gita organizzata dalla nostra coordinatrice :)

Io e una mia amica alla graduation: sì, purtroppo non mi hanno permesso di prendere il diploma, ma ero lì in qualità di componente del coro, quindi ho partecipato comunque in qualche modo :)

Uno degli ultimi giorni di scuola nel locker room! (Sì lo so, sono una little nerd)

Ultimissimo shopping!

Al graduation party di una mia amica :)

Quella con la tuta gialla sono io, sì quella è una gabbia e sì quello a destra è uno squalo... Cosa posso dire, mi piacciono le emozioni forti :D

4th of July!!!

Fireworks on the 4th of July!!

Io con il troll di Seattle :)

Io e e alcuni amici al mio farewell party ;)

I regali e la lettera per la mia hfamily (i peluches erano per i bimbi) 

On the plane back to Italy! :( 

Ok, dopo questa veloce gallery, veniamo al momento della partenza per l'Italia: 12 luglio 2014. I giorni prima li ho passati a dividere le cose da portarmi dietro da quelle che avrei lasciato in America,. Ero occupata a riempire la valigia nel modo più ottimale possibile, ma alla fine ho dovuto comprare un'altra valigia e anche quei sacchetti di plastica da cui si aspira l'aria, avete presente?! Alla fine ce l'ho fatta, ma appunto stavo dicendo, che essendo così occupata con situazioni pratiche, non ho avuto né il tempo, né la voglia di pensare a i mesi precedenti ed al futuro imminente, aka non ho pianto. Le lacrime hanno invece cominciato a scendere quando, dopo aver fatto il check-in, ho dovuto salutare la mia famiglia per andare al gate: è stato davvero un momento intenso e triste (perfino il mio hdad ha pianto!). Poi il volo across the States non è stato molto comodo: il posto dove ero seduta era un pò stretto e probabilmente ero talmente agitata inconsciamente che avrò dormito sì e no 4 ore durante il volo. Però, appunto perchè ero rintontita, non avevo forze per pensare! Quando poi sono scesa allo scalo a Londra, ho cominciato a sentire italiani intorno a me, e giuro che non li sopportavo!!! E' stato durante l'ultima tratta "Londra-Milano", che mi sono realmente resa conto della situazione e sono crollata in un pianto che è praticamente durato tutto il volo. Per fortuna che seduto accanto a me non c'era nessuno, sennò mi avrebbero preso per pazza! Dopo tutti quei giorni, passati a tenermi tutto dentro sono finiti con me ed un pianto disperato. Quando sono arrivata in Italia, ho avuto un'impressione stranissima, quasi surreale: tutti parlavano italiano (ovviamente) e quando io chiedevo informazioni, io non so perchè, mi aspettavo una risposta in inglese! Vi giuro che raccontandovi quel momento, sento ancora le setsse emozioni!! 
Ovviamente le due valige non sono arrivate in contemporanea, ho dovuto aspettare un'altra mezz'ora, quaranta minuti che arrivasse un altro volo da Londra! Così quando sono uscita dalle porte automatiche, ho visto i miei genitori con un mega cartellone con scritto "Bentornata Greta!", ci siamo abbracciati, abbiamo pianto e poi ci siamo raccontati un pò di cose varie: sul viaggio, gli ultimi giorni ecc. Quando sono salita in macchina per tornare a casa, ho avuto una sensazione orribile: mi guardavo fuori dal finestrino e tutto mi sembrava estraneo, perfino i miei genitori mi sembravano sconosciuti. Volevo tornare negli States immediatamente! Il lato positivo è che, anche ad insaputa dei miei, la mia famiglia mi aveva organizzato una festa a sorpresa e quello mi ha tirato un pò su il morale. 
I giorni seguenti al mio rientro in Italia, sono stati drammatici, Per circa 2 settimane, avevo degli orari di sonno che erano tipo quelli dei vampiri; stavo alzata di notte e dormivo pochissimo di mattina per poi essere stanca tutto il giorno, i bei effetti del fuso orario insomma... In più non facevo altro che pensare agli USA e a quanto non volessi stare in Italia. E pensare che ero io la prima ad essere scettica quando ci avevano detto che il rientro sarebbe stato duro. Infatti vi posso scrivere e sottoscrivere che il ritorno in patria è stato MOLTO più difficile del arrivo ed adattamento nel Paese ospitante. 
Poi le cose sono un pò migliorate: sono rientrata nella routine italiana, amicizie comprese; gli esami integrativi sono stati molto facili (mi hanno fatto recuperare solo francese, spagnolo e filosofia), invece cosa non facile il rientro nel sistema scolastico italiano (la mia media si è abbassata di un voto)! Dopo mesi dal mio arrivo, posso dire di essermi riabituata completamente (o quasi ahah), ma non vedo di ritornare in America questa estate, dopo gli esami di maturità!

Quest'esperienza, quella di essere un exchange student, è stata piuttosto intensa: ci sono stati alti e bassi, ma sicuramente mi ha lasciato un buon sapore in bocca. Mi ha cambiata in tanti modi: dalle abitudini più piccole, ad alcuni aspetti del mio carattere e anche se molte volte questi cambiamenti non si vedono o secondo gli altri sono negativi, vi garantisco che nelle situazioni della vostra vita in cui vi serviranno gli artigli, saprete come tirarli fuori! Lo so che questo tipo di esperienze variano da persona a persona, però per quanto mi riguarda, sono soddisfatta ed anche se a volte penso alle cose che non sono riuscita a fare, mi convinco che differentemente non poteva andare. 
E' vero, non sono entrata nella squadra delle cheerleader, non ho potuto prendere il diploma, non ho visitato nessuna grande città (anche se Seattle è bellissima) e ho preso un bel pò di peso. Però, ho guadagnato tante altre cose: ho una host family stupenda con cui ho ancora contatti, il mio inglese è migliorato notevolmente e, cosa più importante di tutte, ho una seconda casa.
Questo tipo vi esperienza, come qualsiasi altro viaggio, ha il potere di cambiare le persone che la vivono: in meglio? In peggio? Questo non si sa: si tratta di punti di vista. Ma vi posso garantire che non ne uscirete illesi: sarete una nuova versione di voi stessi, con poche o tante modifiche che esse siano. Sarà come se il vostro cuore fosse diviso a metà e questa non è una cosa necessariamente negativa. Sentirete una nostalgia perenne, è vero, però riuscirete a custodire nel vostro cuore ogni singolo ricordo del vostro anno all'estero che vi aiuterà ad andare avanti nei momenti più difficili! 
E poi, potete sempre visitare gli States in qualsiasi altra occasione ;)  
E' vero, il mio discorso sembra ricco di pensieri filosofici, ma in realtà vi posso garantire che se vi soffermate a pensarci, anche voi vi approccerete in questo modo al vostro vissuto. 
Non ci sono dubbi, essere un'exchange student vi cambia la vita: il vostro modo di pensare, di parlare,  di crescere, di fare esperienze, di amare, di tollerare... e qui la lista sarebbe infinita perchè è come se alla fine dei 10 mesi, ci fosse un nuovo aggiornamento 2.0 di voi stessi. 

Eccoci qua, giunti alla fine di un percorso: vi ringrazio di avermi seguita nella mia esperienza, ringrazio tutti i miei amici e la mia famiglia che mi hanno sempre supportata e mi rendo disponibile per qualsiasi dubbio, curiosità e domanda da parte di futuri o ex exchange students!

Voglio chiudere questo blog con una canzone che mi ricorda tanto la fine, che molte volte coincide con un nuovo inizio. Fatemi andare prima che cominci a piangere... 
Arrivederci care lettrici e lettori, 

THE END